Schermi e luce blu: piccoli accorgimenti per non stressare gli occhi
Per lavorare e studiare, ma anche per fare acquisti, chattare con gli amici, leggere i giornali, informarsi, controllare i social, guardare un film, ascoltare musica: gli italiani sono sempre più abituati a utilizzare i device digitali e non saprebbero più farne a meno. In effetti, per molti versi questi dispositivi sono utilissimi, ma bisogna fare attenzione perché se usati troppo e in maniera poco consona nascondono diverse insidie, anche per la salute.
A rischiare sono in particolare gli occhi e la vista a causa della luce blu emessa da questi apparecchi.
Luce blu: che cos’è
Nell’ambito dello spettro luminoso visibile dall’occhio umano, compreso fra i 380 e i 780 nanometri, la luce blu è un tipo di radiazione elettromagnetica che ha una lunghezza d’onda corta, compresa tra i 380 e i 500 nanometri o nm, e un’alta energia.
La componente blu è una parte essenziale della luce: infatti, è necessaria per garantire prestazioni visive adeguate e alcuni processi fisiologici. Per esempio, contribuisce a regolare il ritmo sonno-veglia, l’umore, l’attenzione. Tuttavia, una eccessiva esposizione a luci che hanno una lunghezza d’onda compresa tra i 380 e i 450 nanometri ed un’elevata energia potrebbero indurre fenomeni dannosi per i tessuti oculari.
Smartphone e luce blu
La luce blu è una forma di radiazione alla quale siamo esposti naturalmente durante il giorno: infatti, la sorgente naturale più intensa di questa componente dello spettro luminoso è la luce solare.
Tuttavia, esistono anche molte fonti artificiali di luce blu, come l’illuminazione a fluorescenza e a LED, i televisori a schermo piatto e soprattutto gli schermi di computer, tablet, smartphone e altri dispositivi digitali, che fra l’altro vengono tenuti molto vicini al viso e agli occhi.
Negli ultimi anni, dunque, la nostra esposizione a questo tipo di luce è aumentata in maniera significativa. Con quali rischi per gli organi della vista?
Innanzitutto, occorre considerare che la luce blu aumenta la soglia di attenzione e lo stato di vigilanza, per cui si riduce di almeno cinque volte il naturale ammiccamento. Di conseguenza, il ridotto movimento spontaneo di chiusura e apertura delle palpebre rende gli occhi meno lubrificati e più secchi con conseguente sensazione di avere un corpo estraneo o della sabbiolina sulla superficie dell’occhio. Non solo: la luce blu che attraversa la pupilla raggiunge la retina. Può quindi determinare senso di affaticamento agli occhi, secchezza oculare, la sensazione di ridotta messa a fuoco della vista e un invecchiamento precoce della retina.
Il computer fa male alla vista?
Come anticipato sopra, l’uso dei dispositivi digitali può causare disturbi temporanei e immediati agli occhi. Nel dettaglio, la luce blu è responsabile della cosiddetta sindrome da computer o CVS (dall’inglese Computer Vision Syndrome), comune in chi utilizza per molte ore i dispositivi elettronici. Si manifesta con sintomi come arrossamento degli occhi, affaticamento, prurito, offuscamento e sdoppiamento della vista, bruciore, mal di testa frequenti, mal di collo.
Luce blu come proteggersi
Per le persone che hanno problemi alla vista e per coloro che trascorrono molte ore davanti agli schermi è consigliabile indossare occhiali protettivi con lenti in grado di attenuare la parte più nociva della luce blu e di proteggere gli occhi.
È fondamentale poi distogliere con frequenza lo sguardo da computer, tablet o smartphone, guardando per qualche istante lontano, e tenere i dispositivi a una distanza pari almeno alla lunghezza dell’avambraccio. Cercare comunque di non abusarne e di evitarne l’utilizzo serale, specialmente in condizioni di scarsa illuminazione.
Altri accorgimenti preziosi sono: pulire spesso gli schermi, non posizionarli verso la finestra e impostare uno sfondo grigio chiaro.
Molto utile anche l’utilizzo delle lacrime artificiali e dei colliri ad azione lubrificante e protettiva, che conferiscono un sollievo dalla secchezza oculare, irritazione, bruciore e altri sintomi dovuti a stress visivo per uso prolungato di pc e altri dispositivi digitali. È fondamentale infine sottoporsi a controlli regolari dal medico oculista.